venerdì 15 febbraio 2013

Europa e la continentalità


Si è svolta a Roma dal 21 al 26 gennaio 2013, presso la Casa Generalizia dei Missionari della Consolata, l’Assemblea continentale europea. Momento di discernimento e condivisione proposto dal Capitolo Generale, l’Assemblea ha seguito di qualche mese la riunione del Consiglio Continentale, organo direttivo e orientativo di tutte le attività missionarie che si svolgono in Europa. Era stato proprio il Consiglio ad indire di fatto l’Assemblea e a stabilirne l’agenda con l’obiettivo, anch'esso rispondente a un mandato capitolare, di iniziare ad abbozzare quello che sarà il Progetto missionario continentale dell’Europa.
In particolare il Consiglio aveva chiesto di offrire un chiarimento sul significato di Continentalità alla luce della realtà europea, di individuare alcuni ambiti ad gentes prioritari in Europa oggi e di dare alcune luci in merito alla contestualizzazione del nostro carisma della formazione e dell’economia. Un tempo è anche stato dedicato alla redazione delle schede del Biennio, che contengono il lavoro previsto per le nostre comunità locali (cf. XIICG, 25 e Linee programmatiche della DG “Passiamo all'altra riva”).

La continentalità, questa sconosciuta?
In questa breve riflessione ci soffermeremo in particolare sul tema della Continentalità, scelta capitolare chiamata a diventare sempre di più, in Europa come altrove, parte del modo di intendere la missione del missionario della Consolata. È stato importante partire da questo punto, in quanto l’idea di continentalità non è ancora totalmente compresa e accettata, nonostante che nell'Istituto si parli ufficialmente di continentalità dal Capitolo Generale di Sagana del 1999. Sarebbe anzi interessante riprendere ancora una volta gli spunti offerti dalla riflessione IMC al riguardo, sottolineando anche il modo in cui, a volte con sfumature diverse, sono stati recepiti nei vari continenti.
Qui basti ricordare quanto l’ultimo Capitolo Generale ha sottolineato parlando di continentalità, riconfermando la scelta dello “spirito di continentalità” come  criterio fondamentale per qualificare e contestualizzare maggiormente la nostra missione (XI CG 95). L’Assemblea ha provato a definire cosa significa per noi in Europa la parola “continentalità”. Dare una definizione significa rivelare l’essenza, ciò che una realtà è in quanto tale, con gli elementi fondamentali che la caratterizzano.
Una definizione di continentalità
Il risultato di questa riflessione è raccolto nelle frasi seguenti, che sono il frutto del discernimento di tutti coloro che hanno preso parte all'incontro; si è detto che la continentalità:
  • è uno spirito, che esprime il comune desiderio di contestualizzare la nostra missione e il nostro carisma in Europa;
  • è un cammino
o   già in atto, graduale e costante, di qualificazione della nostra missione;
o   attraverso il quale ci inseriamo in un processo europeo più ampio che tocca la vita politica, sociale, economica, religiosa dei nostri paesi;
o   che ci stimola a diventare maggiormente segni di consolazione e sentinelle di universalità e globalità all'interno delle chiese e delle altre realtà locali in cui ci troviamo;
  • è lo strumento attraverso il quale possiamo immaginare e realizzare una missione più aperta, condivisa ed efficace, nella responsabilità e nella sussidiarietà in vista di una nuova organizzazione giuridica dell’Istituto.
Ogni affermazione non dovrebbe aver bisogno di nessuna spiegazione, ma merita due parole di commento.
Innanzitutto, la definizione, citando il Capitolo, ribadisce che la continentalità è uno spirito, un modo di vedere la realtà, una disposizione dell’animo aperta alla realtà del paese vicino, alla volontà di lavorare fianco a fianco su problemi comuni, aiutandosi vicendevolmente a capire il contesto e ad intervenire su di esso con strumenti adatti.
L’Assemblea ha anche ritenuto importante sottolineare la dinamicità del processo continentale definendolo un cammino. È convinzione condivisa che sarà solo percorrendo tale cammino che, come ci ricorda la famosa frase di Antonio Machado, il nostro procedere si potrà arricchire di nuove strade e di altrettante possibilità di migliorare la comprensione di questo fenomeno. Il cammino continentale è già presente; fa parte dell’esperienza dell’Istituto, ma si rende anche manifesti in molti tentativi di unità che coinvolgono la società civile e politica, il mondo del lavoro e, ambito ultimamente messo un po’ sotto esame, l’economia. Anzi, i partecipanti all’Assemblea hanno tenuto a precisare che, nel dare una definizione di continentalità, desideravano inserirsi in una scia del passato. Più volte hanno ripetuto che la continentalità non è un’invenzione del momento, ma il frutto di un desiderio sincero di essere segni più vividi di consolazione e attente sentinelle di universalità e globalità nelle realtà, ecclesiali e non, dove ci si trova a vivere la nostra missione.
Alcuni elementi imprescindibili
Detto questo, la speranza è che, iniziando a lavorare insieme, lo spirito diventi sempre di più anche uno strumento capace di dare alla nostra organizzazione continentale quei tratti, anche giuridici, che la renderebbero più leggera, più duttile, più rispondente al contesto e al tempo presente. Chiaramente, se non si parte, mai si arriverà ad una meta, qualunque essa possa essere.
L’Assemblea ha anche individuato alcuni aspetti ritenuti irrinunciabili per poter mettere in marcia un cammino continentale che non sia soltanto esercizio teorico, ma diventi strumento pratico di governo, di buon governo. L’aspetto più importante è senz'altro quello di arrivare quanto prima ad un Progetto missionario continentale, in modo da avere un punto di riferimento, un navigatore sempre acceso in grado di ricordare principi, discernere priorità e scegliere strumenti idonei. Fondamentale è anche il ruolo giocato dalla formazione continua e da una possibile attività concreta, condivisa a livello continentale.
Dall'Assemblea è emerso chiaramente che il conseguimento di questi aspetti basilari e dalla capacità di formare e coinvolgere i missionari in questo cammino dipenderà in buona parte l’esito positivo del cammino continentale iniziato e, di conseguenza, della nostra missione in Europa oggi.