Elevatevi sopra le idee
ristrette che predominano nell'ambiente.
Stacco dalla parete e riprendo
in mano, per sfogliarlo con calma, il calendario che quest’anno la rivista
Missioni Consolata ha dedicato al beato Allamano. Riguardo le immagini del
volto del Fondatore, vecchie fotografie che i moderni strumenti della tecnica
hanno saputo ripulire dalle inevitabili tracce del tempo. Vi ritraggono
Giuseppe Allamano da giovane, coi giovani chierici, con i primi missionari
partenti per l’Africa, poi come uomo maturo e infine anziano. I dodici mesi
dell’anno ripercorrono la storia di una vita sacerdotale filtrata attraverso
gli sguardi, tentando di mettere a fuoco quel volto buono e paterno che tante
testimonianze di chi l’ha conosciuto riportano con insistente piacere.
A ben guardare, però, si scorge
nelle immagini anche il piglio risoluto, deciso, di colui che è buono con
sincerità, non per debolezza o convenienza. Il volto non ha nulla di debole e
comunica serenità e determinazione. Non so se altri lettori saranno stati
attratti, sfogliando il calendario, da questa caratteristica del viso; forse
sono io che ci ricamo sopra in maniera eccessiva, lasciandomi guidare dalla mia
sensibilità, può darsi, non lo posso escludere. Mi sembra però che lo sguardo
del fondatore lasci intravedere qualcosa di lui, del suo modo di essere e di intendere
la vita. Gli occhi sono lo specchio dell’animo, recita un antico adagio, che
pare essere particolarmente valido nel caso di Giuseppe Allamano.