Icona della Consolata dalla Mongolia |
Senza voler mettere in dubbio il valore universale della consolazione, è bello sottolineare oggi, 20 giugno 2012, festa della Consolata, come l’Asia vesta splendidamente questo manto di misericordia e grazia con cui Dio protegge i suoi poveri attraverso l’intercessione di Maria. Indico una data precisa perché segna un impegno nel tempo che i missionari della Consolata si sono dati, nel loro Capitolo generale, di aprirsi con più decisione al continente più grande e popolato del mondo, in grandissima parte non cristiano.
Essere missionari in Asia oggi - lo hanno condiviso con noi in questi giorni confratelli e consorelle che lavorano in Corea e Mongolia - significa essere un seme gettato in un campo vastissimo, dove non esistono solchi, ma soltanto la casualità di poter cadere in terra fertile ed accogliente, dove inizi lentamente a crescere e, forse, a dare frutto. Significa lavorare nel silenzio, in punta di piedi, assaporando quotidianamente la difficoltà di vivere in un continuo paradosso: cercare l’utilità della missione nel sentirsi inutili, la grandezza nelle piccole cose, la centralità della nostra fede nel sentirsi emarginati e periferici.
Maria Consolata incarna questo stile alla perfezione. La serva umile che accoglie nel silenzio le pillole di mistero che il Signore le fa prendere poco alla volta (fino all’ultimo amarissimo rimedio assunto sotto la croce) diventa compagna d viaggio, maestra di vita e di stile per quei missionari che sono quasi obbligati dal contesto a fare una missione come il nostro Fondatore, il Beato Giuseppe Allamano, avrebbe voluto: fatta bene… e senza rumore.
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Statuetta proveniente dal Perù |
Buona Festa della Consolata.
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