domenica 17 giugno 2012

Mongolia: La parrocchia nel deserto


Peter e Giorgio, missionari ad Arweiheer
Un mese o poco più è trascorso dal mio rientro dalla Mongolia. Un viaggio che non sembra essere mai finito per l'aver nuovamente incontrato in questi giorni i missionari e le missionarie che lavorano a Ulaan Baatar e Arveiheer, le nostre due "basi" nella patria di Genghis Kahn. Insieme a loro abbiamo riflettuto su cosa significa essere missionari oggi in Asia, cosa di fondamentale importanza visto che le nuove direttive del nostro Istituto, in obbedienza al fatto che siamo missionari per la prima evangelizzazione, ci impongono di rivolgerci decisamente verso questo immenso continente. Li abbiamo visti ripartire riposati e motivati (i confratelli della Corea, approfittando delle maggiori opportunità offerte dal paese, non peccano di ospitalità e generosità), in vista degli impegni importanti che li attendono. Oggi, la missione di Arveiheer è stata eretta parrocchia ed è stata festa grande nella piccola cittadina mongola, che si affaccia sul deserto del Gobi. La chiesa è una tenda, una gher, come le abitazioni tradizionali dei nomadi delle steppe, a significare una presenza piccola di una chiesa che sta nascendo e si sviluppa poco a poco. Dio pianta i paletti della sua tenda in mezzo al popolo che ama; un gesto promesso e compiuto innumerevole volte nella storia della Salvezza e ripetuto oggi, nel deserto di erba e sabbia che circonda la missione di Arveiheer.


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La "tenda-parrocchia" di Arweiheer

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