martedì 2 aprile 2013

Vatican fashion

Temo che non sarà così semplice per Papa Francesco imporre uno stile diverso al suo ministero e alla chiesa intera, privilegiando la spontaneità e la sobrietà a discapito del rigido formalismo del protocollo. I fanatici del Vatican style, rigorosamente firmato, stanno alla finestra e guardano attenti, limitandosi per ora a sparare qualche estemporanea bordata dai siti cattolici più tradizionalisti e integralisti.
Benedizioni approssimative, meno insistenza ossessiva sull'uso del latino, mozzetta e stola ornata nuovamente in solaio, croce di ferro invece di una "più dignitosa croce d'oro"... E che dire di quel chinarsi a lavare i piedi ai detenuti, fra cui due donne, una di esse musulmana... una discesa precipitosa verso il baratro del peggio. Avremo a che fare con un papa "piacione"?
Dicano quel che vogliono, verrebbe da dire: noi ci teniamo il nostro papa "casual", così vicino alla gente e così lontano da un'etichetta ormai datata e da molti non capita, così a suo agio in mezze a folle oceaniche che lascerebbero presagire una nuova primavera di fervore religioso. Allo stesso tempo, tutti noi, attratti da questo vento rinfrescante di un papa che torna nelle strade, a stringere mani e distribuire abbracci, non perdiamo l'occasione di riflettere con pazienza sul nostro cammino di fede, sulle sue esigenze, sul valore della testimonianza che ci viene richiesta. Sarà il nostro atteggiamento nei confronti della realtà, di Dio e degli altri a dare il vero frutto a questo rinnovato stile di pontificato e a dirci, nel futuro, se sarà stato un valido strumento di Nuova Evangelizzazione.

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