In una delle lingue della Micronesia il termine "Soulik" definisce il capo, il leader. Nome appropriato per il tifone che si sta avvicinando alle coste di Taiwan. Non ho mai vissuto l'esperienza di un tifone e sono contento di poterlo fare al riparo dagli eccessi delle intemperie, insieme a una rassicurante compagnia di missionari che già hanno vissuto esperienze simili.

Soulik è forte, continua a ripeterlo la radio locale ed insistono nel farlo vedere i diagrammi delle previsioni del tempo televisive. I prezzi salgono, soprattutto quelli della verdura, prodotto deperibile di cui domani, dopo che Soulik sarà passato, si sentirà la mancanza. Pare che il vento soffierà a 200 chilometri all'ora e ci saranno piogge torrenziali in grado di fare danni. Non a Tapei, forse, dove da tempo ci si sta preparando pulendo fogne, tombini e canali. La popolazione ha imparato a sopravvivere a questa realtà dei tifoni, che colpiscono l'isola con frequenza, anche se, per fortuna, con diversa intensità.
Ieri il tempo è stato splendido: l'aria pulita, un sole caldissimo, il cielo di un azzurro accecante. Mi spiegavano che il tifone fa così: si prepara il terreno prima di scaricare il suo oceano di pioggia.
Penso con una certa apprensione a chi può non trovare un riparo adeguato, alle emergenze che questa situazione potrà provocare... Prego il Signore che Soulik se ne vada da vero leader, incutendo rispetto e risparmiando i deboli. Domani mattina a Taipei sarà già tutto finito, ma il tifone esaurirà la sua corsa soltanto sulle coste della Cina, già piegata in questi giorni dalla rterribile situazione di maltempo che ha colpito la regione del Sichuan. Staranno anche loro attendendo Soulik, con la segreta speranza che passi come un leggero soffio di vento.
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