il mio occhio non rivedrà più il bene (Giobbe 7, 7).

Dobbiamo staccarci dal pessimismo radicale che segna l'inizio del libro e non arrendersi all'impossibilità di vedere un giorno la luce splendere nuovamente nei nostri cuori e nella nostra vita; tuttaviaa non possiamo fare a meno di "sentir que es un soplo la vida", come cantava Carlos Gardel in Volver, un suo bellissimo tango (copio il link per poterlo ascoltare nella bellissima versione "flamenco" di Estrella Morente, così come appare nell'omonimo film di Pedro Almodovar).
La vita è un soffio e ieri sera ne ho avuto un'altra dimostrazione quando, ritornato a casa da un giro a Buenos Aires, ho saputo dell'assassinio avvenuto nel centralissimo parco del Retiro, di un turista francese che si era avvicinato per scattare qualche foto al monumento ai caduti della guerra delle Malvinas. Volevano rubargli la macchina fotografica, ha resistito all'assalto e si è preso una coltellata in pieno petto. Erano le 8 e mezza di mattina. Si chiamava Laurent, era un geologo ed amava la natura che fotografava con passione; aveva 52 anni, la barba, un gran sorriso e vedendo la foto pubblicata oggi su tutti i giornali anche un qualcosa di familiare. Sono passato di lì mezzora dopo, accompagnato dal fido padre Ariel, mia guida a Buenos Aires per un ultimo giorno di permanenza, puro turismo e tante foto che, non si sa mai, alla rivista potrebbero sempre servire. Aveva passato la mezzora precedente a catechizzarmi sul come tenere la macchina fotografica perché non me la sfilassero di nascosto, perché... non si sa mai. Verso le 9 e un quarto siamo passati anche noi, in bus, davanti al parco del ritiro. Ho visto la polizia, il furgoncino di una rete televisiva e ho scattato un paio di foto pensando che ci fosse un po' di tensione in merito alla questione delle Malvinas/Falklands e alle recenti polemiche che hanno coinvolto i governi argentino e britannico in occasione del trentennale del conflitto. Nulla di tutto questo: Laurent ha voluto raccogliere qualche immagine prima di lasciare definitivamente l'albero insieme a una coppia di amici che, ignari, stavano facendo le valigie per andare insieme a lui all'aeroporto. Avrebbero fatto ancora una tappa, qualche scatto alla natura e poi via, sarebbero tornati in Francia. La vita è un soffio, bisogna sentire che la nostra esistenza è tale e vivere in modo vero, serio, sincero, profondo ed impegnato la nostra esistenza, godendo di quegli attimi che possiamo stringere nelle nostre mani come un dono del presente, tanto prezioso quanto effimero. Chi ha fede, di quegli attimi ringrazia Dio.
Allego il link di Volver (Ritornare), nella bellissima versione "flamenco" di Estrella Morente, così come appare nell'omonimo film di Pedro Almodovar; è dedicato a Laurent Schwebel e alla sua famiglia, perché in Francia ritorni il ricordo bello, sereno e appassionato, dell'uomo che faceva fotografie alla natura. Forse, il sorriso con cui appare questa mattina sulle prime pagine dei giornali locali farà sentire meno il peso della sua assenza e accarezzerà come soffio leggero la vita di chi rimane e oggi lo piange.
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