lunedì 22 ottobre 2012

E ci camminerà accanto

Anima mia, canta e cammina. E anche tu, o fedele di chissà quale fede; oppure tu, uomo di nessuna fede: camminiamo insieme. E l'arida valle si metterà a fiorire. Qualcuno - colui che tutti cerchiamo - ci camminerà accanto.
David Maria Turoldo

Nel tentativo di spiegare a chi ci ascolta la missione in tutti i suoi dettagli corriamo il rischio di perdere l'essenza della stessa, il fatto che essa sia innanzitutto il racconto di un'esperienza. Ben ce lo ricorda questo verso di padre Turoldo, richiamando il missionario al camminare, a fare dell'itineranza la ragione della sua vita. La Storia della salvezza, tanto nell'Antico (Abramo, Mosè e il cammino dell'Esodo, la lunga marcia del profeta Elia, ecc.) quanto nel Nuovo Testamento è storia di un lungo camminare. Basti pensare alla vita di Gesù, raccontata come un incedere continuo verso Gerusalemme, alla mobilità di Maria, ai viaggi di Paolo, missionario inarrestabile.
La missione può talvolta richiedere stanzialità geografica, ma non permette, se vuole continuare a definirsi tale, nessun arresto che non sia logistico e funzionale alla missione stessa e all'annuncio che la impreziosisce e la rende ciò che deve essere. La dinamicità si esprime in questo caso con lo zelo e la passione per ciò che si fa, con l'inquietudine per la salvezza propria e del prossimo, con la curiosità per la differenza che vince la tentazione dell'appiattimento e smuove a percorrere altri cammini, e a farlo insieme a coloro che come noi, da altri punti di partenza, sono alla ricerca di un qualcosa... o di un Qualcuno.
Il trovarselo accanto, così come accadde ai due discepoli sulla strada di Emmaus, sarà sorprendente, darà nuovo colore ai nostri orizzonti e più entusiasmo al nostro camminare.
Ieri abbiamo celebrato la Giornata missionaria mondiale, un invito a camminare, senza contare i passi, ma lasciandosi trascinare dal canto melodioso del pellegrino.

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