domenica 23 giugno 2013

Le mamme di PSY

Sono le 4 del mattino; il jet lag continua a farsi sentire e a mischiare con sistematicità i miei ritmi biologici e le mie abitudini. Ci vorranno ancora un paio di giorni per acquisire completamente i ritmi di qua: aspettiamo. La levataccia di stamattina mi permette di iniziare la giornata immerso nel silenzio del quartiere che dorme, anticipando i rumori del lunedì lavorativo che porterà molto presto i coreani a scuola, o sul luogo di lavoro. Soprattutto, mi godo il silenzio, nell'attesa dell'ormai consueto altoparlante che pomperà, leggermente prima delle sei del mattino, un po' di sana vecchia disco music nelle mie orecchie ancora intorpidite dal sonno. Sono le signore coreane che si danno appuntamento del giardinetto di Yeokgok-dong, il quartiere di Incheon (nella grande Seoul), dove attualemte mi trovo. Sono loro a prendere decisamente possesso dello spazio pubblico, attrezzato con giochi per bambini, strumenti per la ginnastica degli adulti, un mini percorso atletico e uno spazio per giocare a calcetto, basket e soprattutto badmington. In tarda mattinata diventa lo spazio adatto alla conversazione dei nonni, al pomeriggio diventa patria dei bambini che corrono tranquilli sul tartan imbottito, alla sera degli adolescenti che giocano, chiacchierano e, a volte e con molta discrezione, amoreggiano un po'.
Al mattino però lo spazio è loro: casalinghe disperate, impiegate, figlie, mamme, e anche qualche nonna ancora pimpante iniziano la giornata scaricando tensioni e un po' di grasso, dimendandosi come facessero parte del corpo di ballo di PSY... alle sei del mattino. Ricordo quando, a Washington, nel campus della Catholic University, incontravo un bel gruppo di studenti orientali di differente provenienza che iniziavano l'approccio al nuovo giorno con le delicate movenze del tai-chi-chuan. Ne contemplevo la bellezza dei movimenti, l'armoniosità del combattimento mimato di quest'arte marziale "leggera" trasformata in ginnastica dolce.
Anche in questi corpi sudanti, che con meno grazia cercano di seguire il ritmo veloce della musica, c'è però di che contemplare: la voglia di vincere lo stress di una vita dura, fatta sovente di fatiche domestiche e professionali. In Corea si lavora duro per conquistare un posto al sole e ci si sforza altrettanto duramente per mantenere quanto si è riusciti a raggiungere. Le scuole sono selettive, i luoghi di lavoro tempi del confucianesimo votato alla produzione e al trionfo della compagnia.Alcune statistiche recenti hanno evidenziato come un alto numero di giovani coreani soffra di disturbi causati dal superlavoro e dallo stress, senza contare i disastri provocati da un'alimentazione non corretta che, purtroppo, tende a sostituire l'altrimenti sana alimentazione tradizionale. Insieme a questi fenomeni di carattere generale, le donne devono fare i conti con il maschilismo non proprio strisciante che pervade la vita familiare e sociale della Corea, che vanta oggi una Presidente della Repubblica donna (Park Geun-hye), ma anche moltissime situazioni di discriminazione di genere.
... e allora avanti, manca un'ora alla prima ondata di musica mattutina, giusto il tempo di andarsi a prendere un caffè e aspettare ben sveglio l'inizio di questa nuova settimaana: it's Yeokgok style!

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