sabato 22 giugno 2013

Senza scarpe

Uno dei riti coreani con cui il viaggiatore occidentale deve fare immediatamente i conti è quello delle scarpe. Non si entra in casa calzandole, ci si mette le pantofole. All'ingresso di ogni abitazione, ma anche, per esempio, di ristoranti, troneggiano i temibili armadietti scarpiera in cui lasciare le proprie calzature ed eventualmente munirsi di un paio di ciabatte. Nella propria camera, però, si lasciano fuori anche quelle: si entra a piedi nudi, o indossando le calze. La camera bisogna tenerla pulita, nullo di sporco vi entra attraverso le suole.
Il "mitico" armadietto

L'impatto per il visitatore, soprattutto se un po' distratto come il sottoscritto, non è dei più automatici; ci si dimentican sovente di togliersi le scarpe e, a volte, si fa un po' di resistenza. Innanzitutto, ad aprire il famoso armadietto, tesoriere di profumi orientali tra i più "speziati", ma anche perché tutto questo armeggiare intorno alle scarpe cozza con usi diversi come quelli a cui siamo abituati, in cui, al massimo, ci si mette le pantofole quando si rientra in casa, ma poi ci si ferma lì; guai, inoltre, far togliere le scarpe a un ospite. L'invitato può venire a cena carico di tutta la sozzura dei marciapiedi calpestati, ma mai e poi mai gli verranno fatte togliere le scarpe prima di accedere al salotto e sedersi a tavola. 
Questo per quanto riguarda le differenze culturali. Interessante, tuttavia, leggere questo rito come una metafora, della diversa sacralità dei luoghi, luoghi che sono anche territori dell'incontro con se stessi e con l'altro.
Ci sono spazi che vanno rispettati, dentro di me, come in chi mi è vicino. C'è uno spazio in cui io interagisco liberamente con ciò e chi mi circonda, ma vi sono spazi più intimi che meritano rispetto e cura differente: quello del mio focolare, del mio chiostro, e spazi ancora più privati, dove solo io posso accedere e camminare a piedi nudi. Questo vale anche per le relazioni con le altre persone, l'incontro con le quali ha diversi livelli di intimità e profondità, di attenzione e cura differenti. Dio solo sa quanto alto sia il rischio, in Asia, forse, più che altrove, di continuare a viaggiare im mezzo alla gente... e le scarpe non togliersele mai.

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